Anche quest’anno l’avventura del Grande Anello è finita!
Siamo stati in giro 15 giorni, attraversando 4 regioni (Liguria,
Piemonte, Emilia e Lombardia) e 5 Province (Genova, Alessandria, Pavia,
Piacenza e Parma) e percorrendo oltre 300 km.
Quest’anno il gruppo che ha completato l’intero percorso è stato più
numeroso: oltre naturalmente a me, Oreste, il capo, Giacomo, e la “capa”, Maria
Luisa, ce l’hanno fatta anche i miei tre soci, Pedro, Umberto e Domenico, e un
altro umano, Piero.
Il percorso mi è piaciuto molto e, ancora di più, mi sono piaciute le
esclamazioni di ammirazione (lo confesso, sono un pò narciso) che ci hanno
accolto in ogni luogo che abbiamo attraversato.
Anche la sistemazione per la notte è stata sempre ottimale e spesso, oltre
ad un bel prato da brucare e una bella razione di fieno, abbiamo trovato dei
comodi recinti che ci hanno accolto.
In due o tre casi il capo ha realizzato dei recinti con quel nastro
bianco che, a toccarlo, regala una fastidiosa “scossa”: noi abbiamo capito
subito che la “scossa” non c’era ma non abbiamo mai pensato di fuggire … per
andare poi dove?
Camminando lungo i sentieri e attraversando decine di piccoli paesini ci
siamo resi conto dello stato di abbandono del nostro territorio: quasi tutti i
paesi sono disabitati, il bosco ha sostituito quasi completamente i campi ed i
pascoli e le antiche carrarecce ed i sentieri risultano spesso impraticabili.
Anche quest’anno, comunque, il capo è stato un po’ ottimista nel
progettare, insieme al suo amico con la barba bianca, l’itinerario: alcune
tappe sono risultate troppo lunghe e con dislivelli eccessivi.
Per fortuna noi asini siamo forti e anche i nostri zoccoli, abituati a
percorrere qualunque tipo di sentiero, non hanno avuto alcun problema.
Io, Pedro e Umberto siamo ormai abituati da anni a questo tipo di viaggi
mentre il giovane Domenico era alla sua prima esperienza di questo tipo: devo
ammettere che si è comportato davvero bene … e lo dico io che con lui sono
spesso severo!
Tra i tanti momenti di questo lunga avventura ne voglio raccontare uno
che ha fatto inorgoglire molto il capo e, lo confesso, anche noi asini.
Ci trovavamo nei pressi del Passo di Scaparina, tra Varzi e Bobbio,
quando, passando davanti ad un bellissimo albergo siamo stati attorniati da un
gruppo di persone che ci hanno fatto tanti complimenti e ci hanno scattato
numerose foto. Tra i presenti, poi, un distinto signore ha detto testualmente
al capo: “Vi conosco, siete quelli di Paradase, come la Settimana Enigmistica vantate numerosi tentativi di imitazione ma
siete sicuramente i migliori”.
Io non so cosa sia la Settimana
Enigmistica ma, a giudicare dal sorriso del capo, deve essere qualcosa di
veramente importante!
Chiudo qui e nel salutarvi vi invito a venirmi a
trovare: vi aspetto e, soprattutto, aspetto le vostre carote!
A presto, Oreste.
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A quanto raccontato da Oreste voglio aggiungere i miei ringraziamenti.
In primo luogo proprio a Oreste, Pedro, Umberto e Domenico che sono stati i veri ed indiscussi protagonisti del viaggio: ovunque siamo passati sono stati loro a destare ammirazione e a raccogliere complimenti.
Grazie poi ai miei compagni di viaggio: Maria Luisa, Elsa, Aurelia, Piero, Emanuele, Roberto, Fabio, Lorenzo e, anche se per una sola giornata, Giorgino.
Infine un sentito grazie a tutti coloro che ci hanno ospitato con cordialità e amicizia durante i 15 giorni del nostro cammino: Rita e Fulvio (Cascina Salvega - Casella), Stefano (B&B Via del mare, Donetta - Torriglia), Patrizia e Maurizio (Rifugio Monte Caucaso - Barbagelata), Giusi (Albergo Tomasi - Casanova di Rovegno), Michela, Paolo e Mauro (Albergo Miramonti - Gorreto), Paolo (Albergo Cosola - Capanne di Cosola), Romana e Claudio (Locanda di Varzi - Varzi), Paola e Luca (Albergo Ridella - S. Maria di Bobbio), Marilena e Carlo (Agriturismo Le Sermase - Nicelli), Carlo (Albergo Lago Nero - Selva di Ferriere), Ekisa e David (Albergo Lago delle Lame - Rezzoaglio), Laura e Germano (Maneggio Lago delle Lame - Rezzoaglio).
Giacomo.